Possiamo considerare una corretta visione come un requisito fondamentale in quasi tutti gli sport.
Tuttavia specifiche abilità visive risultano più importanti di altre a seconda della specialità sportiva.
Nell’articolo di oggi valuteremo una di queste abilità ovvero la percezione della distanza.
È evidente che negli sport con la palla, dal calcio alla pallavolo, al tennis o al rugby, riuscire a calcolare correttamente le distanze è fondamentale per effettuare un movimento preciso, che sia un colpo al volo o un passaggio al compagno.
Con il miglioramento delle competenze sportive, l’atleta aumenta la velocità di movimento e aumenta anche la velocità con cui viaggia la palla.
Al contrario, bastano piccoli errori di valutazione della profondità per notare marcati decadimenti nella prestazione sportiva.
Riuscire a determinare con esattezza la posizione della palla ci permetterà di organizzare l’armonia motoria di tutto il corpo; e questo, a sua volta, ci consentirà di colpirla nel migliore dei modi.
Quando la palla è in movimento, dobbiamo essere in grado di determinarne la traiettoria corretta al fine di posizionarci in anticipo nel punto in cui giungerà.
Gli atleti professionisti conoscono bene l’importanza di questi aspetti ed è proprio per questo motivo che si sottopongono a protocolli di valutazione specifici e a regolari cicli di visual traning.
Quali sono le competenze visive che determinano la percezione della distanza?
Tra le competenze visive che determinano la percezione della distanza possiamo indicarne 4 fondamentali.
- Una perfetta discriminazione visiva
- Una visione binoculare stabile
- Una stereopsi accurata
- Un’analisi percettiva della profondità su indici monoculari
Una perfetta discriminazione visiva
Un visus perfetto consente di discriminare i più piccoli particolari di un oggetto. Questo facilita il successivo processo di fusione binoculare e percezione tridimensionale.
Inoltre alcuni studi hanno evidenziato che il riconoscimento precoce della rotazione della palla facilita la determinazione dei cosiddetti “effetti”.
Gli effetti producono variazioni delle traiettorie non facilmente prevedibili.
Una visione binoculare stabile
I due occhi devono puntare esattamente nello stesso punto dello spazio per innescare il processo della percezione tridimensionale.
Questo equilibrio deve essere mantenuto non solo durante le condizioni statiche di un esame ma, soprattutto, durante le fasi dinamiche dell’atto agonistico.
Se i due occhi si disallineano oltre un certo valore si perde la stereopsi e si va incontro a fenomeni compensativi come la soppressione di un occhio o la transitoria diplopia.
Una stereopsi accurata
La stereopsi è la capacità di percepire la realtà dello spazio tridimensionale mediante il confronto delle leggere differenze tra i due occhi.
È il livello più alto di percezione della profondità ma si deve sviluppare nei primi anni di vita altrimenti questa abilità, legata ad una riorganizzazione della corteccia visiva, non sarà presente.
Un’analisi percettiva della profondità su indici monoculari
In molti casi possiamo percepire la profondità anche osservando lo spazio intorno a noi con un solo occhio. Per questo motivo parliamo di indici monoculari. La maggior parte di questi sono anche detti pittorici perché vengono appunto utilizzati da pittori e disegnatori per indurre nell’osservatore la sensazione della tridimensionalità.
Ovviamente tutti questi aspetti sono importanti anche in molti altri sport, oltre a quelli con la palla.
Consideriamo ad esempio l’atletica con le gare di salto degli ostacoli, gli sport motoristici in generale, le discipline di combattimento, la scherma oppure il salto ad ostacoli nell’equitazione.
I risultati sportivi dipendono da numerosi fattori ma le abilità visive in generale e la percezione della distanza in particolare sono elementi critici per ottenere prestazioni di rilievo.
Venerdì 16 settembre alle ore 18.00 sul nostro gruppo Facebook si è tenuta una live con lo sportivo Antonio Burreddu. Di seguito un estrapolato della live dal nostro canale Youtube:
