L’optometria è una professione sanitaria che si occupa di valutare le funzioni visive e le strutture coinvolte, dall’occhio al cervello. Le mansioni affidate all’optometrista variano in misura significativa tra i diversi Stati. L’optometrista svolge generalmente attività clinica di valutazione delle funzioni visive, prescrive correzioni oftalmiche, applica lenti a contatto, effettua terapia delle funzioni visive, il visual training. In alcuni degli Stati USA l’optometrista può svolgere anche compiti che in altre nazioni sono riservate al medico oculista, come prescrivere farmaci fino anche a piccoli interventi locali.
Leggendo su Wikipedia scopriamo che in almeno 35 Nazioni esiste un corso di optometria.
In Italia, invece di essere collocato tra le professioni sanitarie, il corso di laurea in ottica-optometria viene svolto presso le facoltà di Fisica. La formazione non prevede nessuna formazione nell’area clinica, diagnostica o riabilitativa ma un’ottima conoscenza degli aspetti tecnici dell’optometria. Dal sito del Dipartimento di Fisica Università di Roma Tre si può leggere:
Il Corso di Laurea in Ottica e optometria si propone di fornire:
• un’adeguata conoscenza dei settori della Fisica di base classica e moderna;
• adeguate competenze operative e di laboratorio nella misura di grandezze fisiche e nella gestione di strumentazione con particolare riguardo ai sistemi ottici;
• capacità di comprendere ed utilizzare strumenti matematici ed informatici adeguati all’ambito operativo professionale;
• conoscenze in materie tecniche specifiche nei settori dell’ottica e dell’optometria;
• competenze operative e di laboratorio con particolare riguardo all’utilizzo di strumentazione e sistemi ottici;
• conoscenze bio-mediche basilari relative alle implicazioni dell’uso di strumenti per la misura e la correzione dei difetti rifrattivi della vista;
• la conoscenza della lingua inglese nell’ambito specifico di competenza e per lo scambio d’informazioni tecnico-scientifiche e commerciali;
• capacità di operare professionalmente negli ambiti applicativi dell’ottica e dell’optometria;
• conoscenze di base riguardanti la gestione, anche finanziaria, di piccole e medie aziende;
• capacità di operare professionalmente, sia in autonomia che inserendosi in gruppi di lavoro.
Questo non dovrebbe consentire al dottore optometrista italiano alcuna attività clinica, come anche specificato nelle specifiche degli sbocchi professionali:
Gli sbocchi professionali sono molteplici; in particolare il laureato in Ottica ed Optometria potrà trovare impiego in piccole e medie imprese, in grandi industrie ottiche, in enti pubblici e in aziende operanti nel campo dell’ottica. Inoltre, il laureato in Ottica ed Optometria potrà intraprendere un’attività imprenditoriale specifica anche come libero professionista.
Altra anomalia italiana è l’assenza di una specifica regolamentazione della figura dell’optometrista. Questo ha portato spesso a sollevare ipotesi di esercizio abusivo di pratica medica ma numerose sentenze, come questa evidenziano come la professione dell’optometrista sia altro rispetto a quella di ottico e di oculista. Svolgere l’attività di optometrista è lecito
… Per la verità l’optometria consiste semplicemente nella misurazione della vista (anche attraverso strumenti più o meno sofisticati), e nella scelta, caso per caso, quali, tra le tanti variazioni possibili, siano – se esistenti – le lenti necessarie per la correzione di quel singolo difetto: è un’attività dedicata non agli strumenti ottici, ma direttamente alla misurazione di quella lente naturale costituita dal cristallino dell’occhio. Si tratta, soprattutto, di un’attività che non è regolata dalla legge, ed il cui esercizio – allo stato attuale della normativa – deve, proprio per questo, ritenersi libero, lecito anche penalmente, per la semplice ragione che non sussiste nessuna norma positiva che lo vieti, a condizione che non venga invaso l’ambito, strettamente curativo, riservato al medico oculista…
… L’evoluzione scientifica e tecnologica determinano sovente la possibilità che nuove attività professionali non riescano ad essere incasellate nelle professioni ufficialmente consolidate, ma ciò ~ non può essere motivo per una dilatazione degli ambiti delle categorie professionali riconosciute, fino a comprendere nella riserva loro spettante, attività solo analoghe, complementari, parallele o ausiliarie rispetto alle professioni protette.
Perciò (come rilevato nella già citata sentenza n.9089 / 95; e, nello stesso senso, anche nei precedenti, da essa richiamati, Cass. pen., sez. VI, 19 maggio 1993, Fulcheri, e 9 giugno 1993, Ferrarmi) debbono ritenersi lecite una mera attività di rilevazione e misurazione strumentale, ancorché effettuata con mezzi sofisticati, come pure una semplice attività di ginnastica oculare.
“Come già affermato da questa Corte nella precedente pronunzia n.9089 del 1995, la sfera di attività professionale consentita all’optometrista non deve essere definita con riferimento, in negativo a quella consentita all’ottico, , ma va ricondotta ad una ricognizione in positivo, dell’attività riservata al medico oculista, ed alla successiva valutazione dell’eventuale invasione di tale campo attribuibile all’imputato, che, sola, può realizzare il fatto tipico punito dalla norma incriminatrice. Di conseguenza non può considerarsi preclusa all’optometrista l’attività di misurazione della vista, e di apprestare, confezionare e vendere – senza preventiva ricetta medica occhiali e lenti correttive non solo per i casi di miopia e di presbiopia, ma – al contrario dell’ottico – anche nei casi di astigmatismo, ipermetropia ed afachia.”
Cosa sarebbe opportuno auspicare per la salute della popolazione?
L’optometria non è quindi un surrogato dell’oculistica o un’alternativa alle valutazioni diagnostiche specifiche del medico, che per tale fine a sua volta si avvale di strumentazioni specifiche e di assistenti di oftalmologia e ortottisti. L’optometria è una parallela area sanitaria non medica,ed è così fin dalla sua nascita, e valuta il processo visivo nel suo complesso e non l’occhio.
In molte situazione, fortunatamente, quando non si antepongono banali pregiudizi o rivendicazioni di privilegi intellettuali, si realizzano ideali collaborazioni dove ogni professionista pone le sue competenze per il bene del paziente.