Molto spesso nel nostro centro ci viene richiesto di valutare la capacità di discriminare i colori nei bambini piccoli.
In effetti molti bambini commettono degli errori nel denominare il colore di un oggetto o nel riconoscerlo all’interno di un gruppo di altri elementi diversamente colorati.
Prima di allarmarci, però, è possibile fare alcune semplici prove per capire se si tratta di un errore di denominazione o se la questione richiede un approfondimento per l’aspetto visivo.
Mattoncini colorati
Prendiamo un insieme di oggetti (es.: i mattoncini delle costruzioni) e scegliamone due o tre di differenti colori.
Chiediamo quindi al bambino di trovare altri elementi dello stesso colore dei campioni che abbiamo scelto noi, ma senza nominarli esplicitamente.
Ipotizziamo a questo punto che il bambino abbia raggruppato tutti oggetti dello stesso colore ma non nomini il colore nella maniera corretta.
In questo caso è possibile che il problema sia legato all’etichetta verbale utilizzata.
Viceversa ipotizziamo che il bambino abbia raggruppato mattoncini di colori differenti ma riferisce che sono tutti uguali.
Anche in questo caso non è detto che siamo in presenza di un deficit di percezione cromatica; il bambino potrebbe non aver compreso bene il compito per cui ripetiamo la prova, magari limitando i colori che deve separare a 2.
Se anche in questo caso i colori nei due gruppi sono mischiati sarà opportuno sottoporlo alla prova per la discromatopsia.
Test di Ishihara
Esistono numerosi test ma il più utilizzato, per semplicità, rapidità e attendibilità, è il test di Ishihara.
Il test consiste nel far osservare delle tavole composte da puntini di vari colori in cui alcuni elementi emergono formando dei numeri o dei percorsi; gli elementi nell’immagine emergono solo se tutti i colori sono percepiti correttamente.
Se un colore non viene percepito, il numero risulterà differente o non saremo in grado di vedere l’immagine.
Esistono numerose tavole per individuare le differenti discromatopsie.
I percorsi sono stati introdotti proprio per valutare soggetti prescolari.
Per un’alta attendibilità dei risultati occorre che i colori delle tavole siano assolutamente fedeli, senza alterazioni dovute ad un contatto con le mani, sporco, esposizione alla luce solare prolungata.
Inoltre è critica anche la modalità con sui si illumina il test.
Non va bene una qualsiasi lampadina ma occorre una sorgente luminosa con specifiche caratteristiche.
Per questi motivi, le prove che troviamo su internet o come omaggio nelle riviste non possono sostituire la prova con i test standardizzati.
E nel caso in cui sia stata fatta la prova e risultiamo positivi alla protanomalia, cosa possiamo fare? È vero che ci sono degli occhiali che ci permettono di vedere i colori correttamente?
Ne parliamo presto.
Intanto…